Le mode passano, le case restano

Alla fine degli anni ’60 divenne improvvisamente di moda costruirsi una casa a mare.

I miei genitori non si sottrassero all’incombenza ma ci pensarono a lungo prima di affrontare questo capitolo, nonostante mia madre avesse un terreno che si prestasse alla bisogna. 

Riflettendo credo che inconsciamente decisero di costruire quando il desiderio di viaggiare iniziò a scemare in mio padre. In mia madre questo desiderio non si è mai assopito.

Con un po’ di ritardo rispetto alla moda, la casa a mare fu fatta. Con i piedi nell’acqua per l’esattezza.  

Usata per pochi giorni in estate, abbandonata molti mesi all’anno, ho creduto di non amarla e l’ho sempre un po’ snobbata per i difetti, le imperfezioni. Ma ci ritorno sempre, soprattutto nei momenti di difficoltà, perché c’è un terrazzo.

Stromboli di fronte, il castello di Scilla e la punta della Sicilia a sinistra, il mare giù che sbatte contro il muro di cinta. Mi affaccio, subito dimentico quello che non mi piace, e mi rassereno. 

Incontri inaspettati

Seguo Nobody&co su instagram ma non so da quanto e non so nemmeno come è iniziato lo scambio di like. Prima del salone del mobile vedo una foto dei loro lavori e invio un messaggio dicendo che mi piacerebbe andare a vederli. 
Ricevo l’invito ad un cocktail. 

Il giorno indicato, all’indirizzo fornitomi, mi ritrovo davanti ad un portale inserito in un muro di cinta alto sei metri. Il portale si apre su un giardino privato incastrato tra i palazzi.

Piccole magnifiche capanne di legno sono sparpagliate nella vegetazione. Ognuna ospita una sedia, un tavolo, uno scaffale frutto della loro creatività.

Ad una hostess chiedo di Alisée. È in giro. Non la conosco dovrebbe indicarmela. È bionda, con la frangetta, ha un vestito nero plissè risponde sbalordita. 

Inizio ad addentrarmi nel giardino quando vedo una biondina che mi segna con l’indice. Mi avvicino e le dico sono ziochic. L’avevo già capito, ma che gioia. E mi abbraccia.  

Rimango stupito dalla spontaneità e dall’assenza di affettazione. Ricambio l’abbraccio e iniziamo a chiacchierare.

Ad un certo punto mi fa: Demetrio quelle tue sciarpe, ma sono bellissime. Alisèe mi farebbe piacere regalartene una.

Ma no. Non voglio che tu me la regali, lo dicevo perché sono belle. 

Conclusione: nella foto Alisée Matta di Nobody&co, all’interno del giardino delle arti, con la sciarpa di ziochic.